La violetta è un fiore spontaneo che sboccia a inizio primavera. Il nome botanico è Viola odorata e fa parte della famiglia delle Violaceae, caratterizzata da foglie ovali o cuoriformi di colore verde brillante, disposte a rosetta, nota anche come màmmola o violetta di Parma.
Tra le perenni, la Viola odorata o più semplicemente Violetta, conosciuta col nome volgare di Viola mammola, ha fiori molto profumati, di colore viola-intenso.
E’ un piccolo fiore che annuncia la fine della stagione fredda: è lei la pianta pioniera della primavera, che spunta ai primi tepori e tende a sfiorire non appena le temperature si alzano. Delicata, profumata, e bellissima nelle sue declinazioni cromatiche che dal viola intenso sfumano fino all'azzurro, passando dal lilla al blu pastellato.
La violetta è una pianta da fiore di tipo perenne e piccole dimensioni. Viola, violetta spontanea o violetta selvatica, sono molti nomi che identificano la specie viola odorata.
Le violette sono molto diffuse e crescono spontanee specialmente nei boschi e nelle montagne. In Italia crescono circa 50 specie, molte delle quali localizzate nelle regioni montane.
La sua forma è ben nota, ma chi non la conoscesse può distinguerla per due particolarità. I fiori, viola-blu, sono composti da cinque petali, di cui due disposti in secondo piano sull’arcata superiore, altri due petali situati davanti nella stessa posizione e uno nell’arcata inferiore.
I fiori più grandi portati in alto vengono impollinati dagli insetti, mentre i fiori più piccoli, localizzati in basso, non si aprono mai (cleistogamia) e attuano l'autoimpollinazione. I semi, che in questo caso hanno corredo genetico simile a quello della pianta che li origina cadono e germinano vicino alla pianta madre. Le foglie hanno la caratteristica forma di cuore.
Curiosita: si racconta che che il dio Vulcano, nonostante il suo aspetto alquanto ripugnante, voleva a tutti i costi piacere alla moglie Venere e così si cinse il capo con una corona di violette: la dea, stregata dall’inebriante profumo, non poté resistergli. La pianta era inoltre conosciuta per le sue doti curative già nell’antichità: i romani, dopo i bagordi notturni, solevano portare un serto di violette sulla fronte, per lenire il mal di testa.
In Francia, queste piante annuali erano coltivate nel giardino del re fin dai tempi di Enrico IV: la polvere ottenuta dai fiori e dalle foglie veniva cosparsa su tutto il corpo per attenuare i cattivi odori. Nel linguaggio dei fiori la violetta indica la modestia, la timidezza, il pudore ma anche la profondità di sentimento.
Presso i Greci e i Celti era emblema di innocenza e di verginità. Il fiore simboleggia l’umiltà e il tenero rispetto, sentimenti che ben si associano all’aspetto delicato di questo piccolo fiorellino selvatico. Nell'Ottocento, i giovanotti portavano fiori di violetta all'occhiello della giacca per indicare che erano ancora celibi.
Napoleone Bonaparte era un grande amante delle violette perché la prima volta che incontrò Giuseppina de Beauharnais lei ne aveva un mazzolino attaccato alla cintura.
È un fiore “imperiale”: fu molto amato dalla Regina Vittoria, che ne ordinò la coltivazione di 3000 vasi nelle serre del Castello di Windsor ed è legata ad un’altra indimenticata sovrana, la Duchessa Maria Luisa di Parma. Maria Luigia d’Asburgo amava questo fiore per il suo color viola acceso e per il profumo: nella sua corrispondenza sostituiva la propria firma con un disegno di una violetta.
La violetta di Parma era anche ricamato sui suoi abiti, era raffigurato in oggetti di uso quotidiano come piatti . La duchessa stessa coltivava le violette nella sua residenza di Colorno dove si fece costruire un apposito orto botanico.
Maria Luigia conosceva già questo fiore prima di arrivare a Parma e di acquisirne il ducato. Divenuta Duchessa di Parma volle l’esclusiva del profumo di violetta di Parma, facendola produrre solo per lei.
Il suo "colore spirituale", per la maggior parte dei casi viola intenso appunto, corrisponde al sesto Chakra, detto anche Chakra delle sopracciglia o terzo occhio, che è il centro energetico localizzato nel centro della fronte, collegato al volto, al naso, agli occhi, alle orecchie, al cervelletto, al sistema nervoso, all'ipofisi. E' la sede più elevata, infatti, delle facoltà mentali, della memoria, dell'elaborazione del pensiero.