L'acero campestre (acer campestre) è un albero di dimensioni medie diffuso in tutto il continente euroasiatico, ma maggiormente presente nella zona mediterranea e centrale dell’europa. Detto anche loppio o testucchio, in Italia è molto comune nei boschi di latifoglie mesofile, specie insieme alle querce caducifoglie. È un albero caducifoglie che può raggiungere i 18-20 metri di altezza, ma solitamente si attesta sui 12-15 m. Cresce piuttosto velocemente nella fase giovanile per poi rallentare molto il tasso di crescita annuale.
Il fusto, non molto alto, ha tronco spesso contorto e ramificato; la chioma è tendenzialmente rotondeggiante.
La corteccia è scura, bruna grigiastra, e fessurata in placche rettangolari. I rami sono sottili e ricoperti da peluria, caratteristica questa tipica dell’acero campestre e che lo distingue da tutti gli altri aceri italiani.
Le foglie sono semplici di 4-7 cm, a margine intero e ondulato, caratterizzate dalla conformazione lobata (3 o 5 lobi ottusi), picciolate e di colore verde scuro. Il picciolo, se staccato, secerne lattice ed è lungo quanto la lamina fogliare. Le foglie, ad alto contenuto proteico, un tempo venivano utilizzate come foraggio estivo; negli aceri maritati alle viti potando l’albero in estate si permetteva così ai grappoli d’uva di maturare al sole.
I piccoli fiori verdi, che sbocciano in aprile-maggio riuniti in infiorescenze, sono anonimi e non profumati.
I frutti sono degli acheni chiamati in botanica disamare alate e maturano in settembre-ottobre. Le singole samare sono portate in modo orizzontale in modo che le due samare abbiano un angolo tra loro di circa 180°, anche questo è un carattere distintivo dell’Acer campestre.
È una pianta mellifera, molto visitata dalle api per il polline ed il nettare, sebbene il miele uniflorale sia piuttosto raro.
L' acero di monte (Acer pseudoplatanus) è una pianta appartenente alla famiglia delle Aceraceae. Il suo nome latino, Acer pseudoplatanus, letteralmente “acero falso-platano”, gli deriva dalle foglie grandi, verde scuro, con cinque lobi dentati a punta e base cordata, molto simili dunque a quelle del platano; in genere il picciolo è molto lungo, più della foglia.
È un albero di notevoli dimensioni, caratterizzato da una crescita veloce, alto fino a 40 m, molto longevo, infatti può sopravvivere per 250-300 anni, con una chioma ampia ed arrotondata, a cupola. Il fusto è eretto ed il suo diametro può superare i 3 m, nella fase giovanile la corteccia è liscia e di colore grigio, a striature longitudinali, mentre col passare degli anni diviene rossastra e tende a screpolarsi distaccandosi in grosse placche; le gemme sono di colore verde.
I fiori sono ermafroditi, di piccole dimensioni, di un colore giallo tendente al verde e riuniti in gruppi di 20-30 in infiorescenze pendule localizzate all’apice dei rametti. La fioritura avviene in primavera, dopo l’emissione delle foglie.
I frutti di tutti gli aceri sono samare, ossia frutti secchi dotati di una doppia ala per consentire una migliore disseminazione ad opera del vento. L’angolo fra le due samare è tratto distintivo delle specie: nell’acero montano le due ali sono poste a meno di 90°.