Betula è un genere di piante della famiglia delle betulacee, genericamente note come betulle. Il genere comprende oltre 40 specie originarie dell'emisfero boreale.
E’ un albero dal portamento svettante, dalla corteccia candida e dalle foglie belle dalla primavera all'autunno. Dà il suo meglio in alta quota, sopra gli 800 m sulle Alpi e i 1.000 m sull’Appennino.
Molto apprezzata per il suo aspetto armonioso e la facilità di coltivazione, l’esemplare è in grado di raggiungere solitamente i 12 o i 18 m di altezza, ma in alcuni casi arriva anche ai 25 m; ha una crescita molto veloce, tuttavia ha vita breve: raramente la betulla supera i 60 anni di età. E’ caratterizzata da rami marroni, lucenti e tendenti al color porpora, una chioma rada e leggera, una corteccia dotata di sfumature argentee che la rendono particolarmente decorativa.
Possiede foglie di forma ovale e del tipico colore verde scuro, tendente al dorato durante la stagione autunnale; produce fiori riuniti in infiorescenze a forma di spiga che emettono un gradevolissimo profumo: i fiori maschili sono più lunghi e pendenti, separati da quelli femminili che si presentano più corti, solitari e laterali. Genera inoltre, delle infruttescenze dalla forma cilindrica che una volta mature liberano delle piccole samare (la sàmara - dal latino: samara o samera, frutto dell'olmo - è un frutto secco indeiscente) aventi un’ala membranosa.
Originaria dell'Europa e dell'Asia settentrionale, in Italia è più frequente sulle Alpi e sugli Appennini.
La specie più diffusa è la Betula pendula caratterizzata da rami pendenti e corteccia bianca con profondi disegni neri.
Pianta molto rustica e resistente, la sua collocazione ideale è in pieno sole. Non soffre o teme le gelate in inverno (sopporta fino a -20 °C), sopporta bene il caldo estivo. Si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, ma è bene evitare di svilupparla in suoli troppo calcarei e poco o mal drenati. I periodi più adatti per la messa a dimora sono il tardo autunno e l’inizio della primavera, in particolar modo se la pianta è a radice nuda.
Tecnica culturale: preparare una buca piuttosto larga e profonda circa 50 cm. È consigliato interrare, insieme alla pianta, anche un tutore robusto e di lunghe dimensioni. Ricordandosi che il colletto deve emergere impercettibilmente dal livello del suolo, ricoprire la composta e premere bene. Infine, si forma una conchetta attorno il tronco per poi successivamente irrigare abbondantemente. Per quanto riguarda irrigazioni e concimazioni, le betulle non necessitano di particolari attenzioni: crescono bene spontaneamente, senza cure eccessive. Unico consiglio: pacciamare bene la base quando gli inverni sono troppo rigidi o durante stagioni di notevole siccità.
La moltiplicazione della Betulla avviene principalmente mediante la semina, all’inizio del mese di marzo: i semi saranno piantati in un’apposita composta di sabbia e torba in parti uguali, e quando le piantine saranno sufficientemente grandi saranno ripiantate in una cassetta e in seguito trapiantate all’aperto. Bisognerà lasciarle a dimora per due o tre anni circa, e poi procedere con l’innesto definitivo. Durante la stagione primaverile, è possibile effettuare la riproduzione anche tramite margotte o talee, anche se entrambi i metodi sono poco usati poiché non sempre hanno possibilità di riuscita.
Per quanto riguarda la potatura, è da effettuarsi soprattutto sui giovani esemplari e se è possibile in primavera, in modo da dar loro la forma desiderata. La Betulla cresce in media 20 o 30 centimetri l’anno. Si consiglia, al fine di favorire una crescita sana ed equilibrata, di fornire ogni anno e nella stagione autunnale, del concime organico ai piedi dell’albero.
Sono piante attaccate spesso dagli afidi e cocciniglie: rimuovere meccanicamente con batuffolo di cotone imbevuto di alcool o ricorrere, se avvenuta infestazione a larga scala, a insetticidi e antiparassitari sistemici. La Betulla è una pianta rustica, di conseguenza non teme particolarmente attacchi esterni da parte di parassiti o malattie. Tuttavia, un pericolo rilevante per l’albero è rappresentato dal poliporo: si tratta di un fungo detto a mensola, che può infilarsi tra le ferite della corteccia causando marciume del legno.
Le betulle vengono coltivate come piante ornamentali per l'eleganza del fogliame e il fusto dalla corteccia bianca-opaca maculata di nero, in parchi o giardini, su terreni sciolti e freschi. In silvicoltura vengono utilizzate per consolidare frane, detriti di falda o per il rimboschimento di pascoli e cedui. Nell'arboricoltura da legno viene coltivata a fustaia con turni di 40-50 anni, o più raramente a ceduo per la produzione del legname usato nell'industria del mobile. Viene anche coltivata per le proprietà officinali e medicinali. In erboristeria, l'estratto idro-alcolico di betulla è dotato di potente azione diuretica, drenante linfatica, antisettica delle vie urinarie ed anti-infiammatoria.
La proprietà primaria è quella di essere d’aiuto per facilitare gli effetti diuretici e dimagranti, grazie alla presenza dei flavonoidi.
Controindicazioni
Attenzione alle reazioni allergiche: individui allergici ai pollini possono soffrire l’utilizzo della linfa di questa pianta. Inoltre, è sconsigliato utilizzarla quando si assumono altri prodotti farmaceutici, per le proprietà diuretiche e antinfiammatorie simili; non consumarla in condizioni di gravidanza o allattamento.
Cenni storici
Strettamente legata alla vita umana, come simbolo tutelare, tra i popoli slavi l’albero era associato alla leggenda delle Rusolski, le bellissime ninfe degli stagni e dei laghi. A tarda primavera, nei giorni del disgelo, uscivano dalle acque e si portavano, vestite di lunghi abiti candidi, a insidiare i viandanti che si trovavano a passare tra i boschi di tronchi biancastri. Chi non fosse stato in grado di resistere a loro, veniva catturato e ucciso. Per scongiurare questo pericolo, quelle popolazioni erano solite tagliare annualmente una enorme betulla, per poi metterla eretta nella piazza del paese e danzarvi attorno lungamente in modo propiziatorio. Di quella stessa pianta si faceva poi, a sera inoltrata, un grande falò e se ne disperdevano le ceneri nei campi.
La betulla è anche l'albero sacro per eccellenza delle popolazioni siberiane presso le quali riveste tutte le funzioni dell'Axis Mundi, pilastro cosmico.
Plinio pensava che la betulla fosse originaria della Gallia e ci informa che con il suo legno si fanno “ai magistrati i fasci che tutti temono, e ai panierai i cerchi e le coste necessari per la fabbricazione di panieri e cestini". Aggiunge che si usava anche per confezionare torce nuziali, ritenute porta-fortuna il giorno delle nozze (Historia Naturalis).
Già nel Medioevo l'acqua di betulla era molto nota per la sua proprietà di disgregare i calcoli urinari, e per questo fu proclamata "La pianta renale d’Europa". Anche la sua linfa era ritenuta un rimedio efficacissimo contro i calcoli renali e della vescica.
Era definito “l’albero della saggezza” in quanto i maestri usavano i giovani rami di quest’albero per utilizzarli a scopo didattico.