Pioppo

Il pioppo (Populus) è un albero della famiglia delle Salicacee, originario dell’Europa settentrionale. Si divide in almeno una trentina di varietà. Secondo alcune fonti, il nome latino della pianta (Populus = popolo), farebbe riferimento al brusio del vento nelle folta chioma, che ricorderebbe il brusio della folla del popolo.

Il suo habitat naturale sono le zone di pianura e collina, specie lungo i fiumi e tollera anche suoli argillosi, dove prospera bene.

Il pioppo è una pianta dioca, ciò significa che ci sono sia esemplari maschili che femminili. I primi hanno gemme più piccole e numerose e chiome slanciate, mentre i secondi hanno rami spessi, chioma folta e gemme più grosse. I fiori, diversi nei maschi e nelle femmine, spuntano all’inizio della primavera, ovvero prima delle foglie, mentre i frutti, verdi o bruno-rossicci e racchiusi in capsule, maturano tra metà primavera e metà estate.

Il suo poderoso apparato radicale consiglia l’impianto ben lontano da case e tubature, almeno qualche decina di metri. Sarà sufficiente scavare una buca di almeno 50 cm sul cui fondo disporre dello stallatico pellettato. Disporvi quindi la pianta, coprirvi bene le radici e irrigarla generosamente. Per un vialetto alberato, l’ideale è lasciare almeno un minimo di 4 metri tra un esemplare e l’altro, mentre per una siepe ne sono sufficienti 2 o 3. Nelle piantagioni, i pioppi vanno messi a dimora a una distanza gli uni dagli altri di 4 x 4 m oppure 4 x 5 o ancora 5 x 5 a seconda delle specie usate, del terreno o della vicinanza o meno di fonti d'acqua.

Prosperano in ogni tipo di terreno, meglio se umido ma non impregnato d’acqua. Per quanto riguarda le irrigazioni, gli esemplari adulti sono particolarmente autonomi. Nei primi 3/4 anni di vita, però, meglio che siano abbondanti e frequenti (specie se il suolo è povero e drenante). La potatura di mantenimento va programmata in primavera, per eliminare rami malati o mal orientati.

Riproduzione del pioppo per talea: la talea del pioppo va effettuata in inverno, prelevando porzioni apicali, lunghe 30 cm, dai lami laterali. Immergetele nella terra umida e tenetele in una zona ombreggiata fino all’arrivo della primavera, quando avranno radicato, e potranno essere trasferite in vaso.

I pioppi prediligono crescere con i loro simili; tuttavia crescono bene anche con altre specie, come ad esempio i salici. Il pioppo è anche coltivato per la sua capacità di favorire l’apicoltura: i suoi fiori, maschili e femminili, sbocciano separatamente su piante diverse: sono piccoli ma riunititi in amenti (inflorescenze) di 10-15 cm. Rilasciano caratteristici semi avvolti da una peluria bianca.

Poco conosciuti sono gli usi dei batuffoli cotonosi delle infiorescenze di pioppo utilizzati per riempire cuscini oppure quale materiale da isolazione. Non per nulla nel continente Nordamericano le specie arboree facenti parte del genere Populus si chiamano tuttora "cottonwood" (alberi del cotone). Contrariamente al polline di pioppo, che viene prodotto contemporaneamente, questi batuffoli di pioppo non sono una fattore allergizzante nel senso immunologico del termine, anche se in qualche caso il loro contatto con la pelle può provocare una reazione irritante.

A prescindere dalle varie specie, in genere la pianta necessita di esposizioni ben luminose in pieno sole. Molto rustici, i pioppi tollerano inverni rigidi e tutte le specie prediligono esposizioni in pieno sole, e non tollerano la copertura di altre piante o edifici.

Il pioppo bianco è più resistente alla siccità.

Il pioppo è soggetto ad attacchi fungini (armillaria e ruggine) e di fitofagi come coleotteri e bruchi, che si nutrono delle foglie o scavano la corteccia. Nemici del pioppo sono:

•    I cancri rameali. Capitano in casi estremi, quando l’ambiente è eccessivamente umido. La specie più colpita è il pioppo tremulo; l’unica cura è l’espianto e la sostituzione.
•    L’armillaria. Un’infezione fungina che interessa le radici con secrezioni simili al miele lungo tutto il fusto. L’unica soluzione sono l’espianto e la rimozione del terreno.
•    La ruggine. Una malattia fungina che causa disseccazioni e caduta delle foglie. Per combatterla, sono utili sia un infuso d’aglio che di ortiche, con cui innaffiare la pianta ogni 6 mesi, anche quando la ruggine sarà scomparsa.

Il pioppo ha una parte importante nell'arboricoltura da legno: viene infatti impiegato per vari usi come la fabbricazione di fogli e pannelli di compensato, cassette da imballaggio, fiammiferi, carta. Si coltiva per la legna da ardere o, a scopo ornamentale, in giardini o parchi, dove si apprezza la sua veloce crescita; è molto apprezzato come albero da siepe o per formare filari frangivento, grazie alla chioma folta. La pioppicoltura praticata in Italia, finalizzata principalmente alla produzione di pannelli di legno compensato, prevede turni di coltivazione compresi fra i 9 e i 12 anni; dopo l'abbattimento il terreno potrà essere usato per piantare altri pioppi oppure usato per altre colture.

In natura il pioppo può arrivare a vivere fino a 200-400 anni.

Curiosità:
-    Il legno di pioppo è stato usato da Leonardo da Vinci per dipingere la sua celebre Monna Lisa.

-    Nella cultura celtica il pioppo – pianta dedicata ai morti in battaglia – rappresenta un segno zodiacale per i nati dal 4-8 febbraio, 1-14 maggio, 5-13 agosto, 3-11 novembre: i nati sotto questo segno avrebbero una tendenza al pessimismo, alla contemplazione e alla critica. Amanti della natura, non riescono tuttavia a godere appieno dei piaceri della vita.

-    Più in generale, la pianta è spesso presente nei cimiteri e di conseguenza associata con la morte, come suggerisce l'espressione "fare visita ai pioppi".

-    Dal pioppo deriva il nome volgare di uno fra i più apprezzati funghi commestibili: il piopparello.

-    lLa corteccia del pioppo, dopo essere stata lavata accuratamente può essere mangiata, condita con un po' di olio e di sale.

-    Nell’antichità il pioppo nero era associato al regno dei morti, l’ingresso del quale era delimitato da pioppi neri. Nella mitologia greca rappresentava l’albero di Persefone, dea dei morti incontrata da Ulisse durante il suo viaggio nell’Oltretomba. Un'altra leggenda racconta che un giorno Fetonte, figlio del sole, trovando il carro del padre incustodito, se ne appropriò per guidarlo nel cielo, ma avvicinandosi alla terra causò molti incendi nei boschi. L'ira di Giove fu tale che, per punirlo, gli scagliò contro un fulmine. Fetonte, colpito, cadde nel fiume e le sue sorelle, le Eliadi, piansero lungamente per il dolore. Giove allora, preso da compassione, le trasformò in Pioppi allineandole lungo l'argine del fiume Eridano. Tuttora in primavera dalle gemme dei Pioppi cadono goccioline di resina che simboleggiano le lacrime delle Eliadi.

-    E’ a Napoleone che si deve attribuire la folgorante progressione della razza italiana di pioppo nero, varietà a crescita rapida introdotta in Francia a partire dal 1745. Egli la fece piantare in grande stile un po’ lungo tutte le strade francesi percorse dalle sue armate, per evitare che esse marciassero in pieno sole d’estate e per migliorare il loro orientamento durante l’inverno.

-    All’inizio della nostra era, il celebre medico greco Galieno raccomandava già di usare una pomata a base di gemme di pioppo per curare le infiammazioni cutanee e le emorroidi. Anche al giorno d’oggi le proprietà anti-inflammatorie, diuretiche e calmanti degli estratti di gemme di pioppo nero sono sfruttate per curare diverse affezioni dolorose. Le stesse gemme servono alla fabbricazione di sciroppi contro la tosse e di tonici ricostituenti da prendere nella stagione primaverile. In Occidente, esse rappresentavano la principale fonte di resine e di oli essenziali delle quali le api traevano alimento per produrre la propoli, una sostanza resinosa da loro raccolta, che possiede virtù terapeutiche assai conosciute ed apprezzate. Caratterizzati da un gusto piuttosto amaro, gli estratti di corteccia erano poi utilizzati quali succedaneo della chinina, che notoriamente possiede proprietà toniche. Inoltre il carbone prodotto con il legno di pioppo nero era utilizzato come antisettico intestinale.

Tra le varie specie, si distinguono principalmente  il pioppo bianco (Populus alba), il pioppo nero (Populus nigra), e il pioppo tremulo (Populus tremula).

Il pioppo bianco (Populus alba) ha foglie simili a quelle dell’acero, lunghe fino a 10 cm con 3-5 lobi. Le foglie hanno una forma sia ovale che tondeggiante, solo a volte irregolarmente lobata. La pagina superiore è lucida e di colore verde scuro, mentre quella inferiore si caratterizza per la presenza del tomento, una fitta peluria biancastra che dà il nome alla pianta. La corteccia è grigia, fessurata e più scura alla base.

Può avere altezza variabile a seconda delle condizioni di crescita, tra i 20 e i 40 m. La chioma nella specie Populus alba è a colonna espansa, mentre nella varietà pyramidalis è colonnare stretta.

Il pioppo bianco è uno dei più utilizzati in giardinaggio, forse perché è la specie più resiliente e longeva.

Questa specie cresce spontaneamente in quasi tutta l'Europa, nell'Africa settentrionale e in Asia. In Italia si trova sulle Alpi fino a 1.200 m di altitudine e sugli Appennini fino a 1.400 m.

Utilizzi ed etnobotanica. Il suo portamento maestoso lo rende adatto per alberature stradali e come pianta ornamentale per parchi e giardini. Il legno è impiegato nella produzione di pasta da carta, di fiammiferi, di trucioli da imballaggio e per lavori di tornio; da esso si ottiene anche un carbone assorbente usato in medicina. L’infuso di corteccia ha proprietà febbrifughe e antireumatiche.

Le gemme hanno proprietà diuretiche, diaforetiche, balsamiche, espettoranti e disinfettanti. In Abruzzo i rami giovani sono impiegati nella fabbricazione di cesti e altri contenitori di uso agricolo (Tammaro, 1984). Il carbone di corteccia era utilizzato nella diarrea e nell’aerofagia; l’infuso della corteccia secca e polverizzata, insieme al miele, come febbrifugo (Guarrera, 1987).

Il pioppo nero (Populus nigra) si distingue leggermente per le foglie dalla punta aguzza e liscia, priva di dentellature, e con una forma più ovale o triangolare.  Il pioppo nero è una delle varietà più note in Italia.

Come suggerisce il nome, ha una corteccia molto scura ed un tronco nodoso che può superare anche i 30 metri e raggiungere 1 m. di diametro. La lamina fogliare è di tipo ovato-triangolare ed è percorsa da una nervatura penninervia (cioè che si diparte sia a destra che a sinistra). L’apice fogliare è appuntito e dal margine seghettato. Le sue gemme sono vischiose e assumono un gradevole profumo balsamico. In Italia il Pioppo nero è diffuso ovunque.

Le grandi dimensioni del pioppo nero e la formazione di numerose cavità durante l’ultima parte della sua vita creano nella sua chioma e nel suo tronco degli habitat apprezzati ad esempio dal picchio, dal nibbio bruno, dal falco subbuteo (o lodolaio), oppure dai pipistrelli, dagli scoiattoli o dalle martore.

Le utilizzazioni del legno di pioppo nero sono relativamente limitate, non solamente perché i suoi tronchi sono in genere contorti e nodosi, ma specialmente perché il suo medesimo legno si conserva piuttosto male nel tempo. Come nel caso dell’ontano e dell’olmo, la tradizione vuole che il legno di pioppo nero venisse utilizzato per la costruzione dei patiboli ed era pertanto considerato come un legno "maledetto".

Il suo legno non è particolarmente pregiato e viene usato nell’industria cartaria, nella produzione di mobili e fiammiferi e di carbone. Leggero, tenero e agevole da lavorare, esso viene specialmente utilizzato per produrre contropannellature, imballaggi, in genere usati a scopi alimentari (frutta e formaggi) e per fabbricare pannelli di fibre, mentre più di recente è stato usato anche per fabbricare coperchi bio-degradabili.

Il pioppo tremulo (Populus tremula) è più adatto a zone di alta collina o montagna. Vegeta bene in pieno sole ma tollera anche la mezz’ombra. Anch’esso è un albero vigoroso e dalla crescita veloce, ma raggiunge altezze più contenute (20 m). A differenza degli altri pioppi, predilige terreni acidi (pH ideale 5-6,5). Il nome comune si riferisce al fatto che le sottili foglie tremano anche alla brezza più leggera.

Diffuso anche in Asia e Africa settentrionale, viene utilizzato spesso per rafforzare le pendici franose. In Italia è presente soprattutto sulle Alpi e sull’Appennino; se incrociato con il pioppo bianco dà vita ad una cultivar detta Populus x canescens, ovvero pioppo gatterino o grigio.

Il Populus tremula si caratterizza per un fusto diritto e slanciato e una chioma di forma globulare, particolarmente mobile al vento, data sia da foglie ovali e appuntite che di forma tondeggiante. La corteccia è argentea con solchi scuri, e viene utilizzata per l’estrazione del tannino, una sostanza utilizzata dell’industria conciaria.

Anche il tronco del pioppo tremolo viene utilizzato per la produzione della carta, del legname e dei fiammiferi, ma è molto apprezzato in giardinaggio anche perché ben si presta alla moltiplicazione per talea.

E’ una specie colonizzatrice, amante della luce, e costituisce dei nuclei ai margini e nelle radure dei boschi montani in stazioni soleggiate e ad elevata umidità.


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