La roverella (quercus pubescens ) è la specie di quercia più diffusa in Italia, tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia. Appartiene alla famiglia delle Fagaceae ed è un albero a crescita lenta. E’ presente nell’Europa meridionale e, nel nostro Paese, in tutte le regioni, dal livello del mare fino a circa 1300 metri di quota.
La roverella ha un aspetto maestoso, è alta e vigorosa, con una chioma ampia. Per quanto riguarda il suo valore ornamentale, è amata in particolare per il suo fogliame dal bel verde lucido e per lo spettacolo offerto dagli intricati rami che si intrecciano dando vita a graziosi arabeschi.
Esemplari pluricentenari raggiungono 25 metri di altezza, 4 metri di circonferenza del tronco a petto d’uomo e una circonferenza della chioma di oltre 50 metri. Il tronco si ramifica precocemente e la chioma, negli esemplari annosi, appare irregolarmente globosa.
La corteccia è di colore grigio-scura, più liscia nei primi anni di vita e maggiormente munita di fessure longitudinali nel corso degli anni.
La roverella si presenta come albero a foglia caduca, distinguendosi pertanto dall'altra tipologia di querce che è dotata di foglie persistenti. Tuttavia è possibile trovare esemplari che tengono la foglia anche nella stagione invernale, assumendo un colore marrone (infatti è facilmente riconoscibile d'inverno in quanto mantiene le foglie secche attaccate ai rami, a differenza delle altre specie di querce).
Le foglie della roverella si presentano alterne, munite di lobi dalla forma arrotondata e arrivano ad una lunghezza di 7-8 centimetri circa. Il principale carattere diagnostico per identificare la specie è quello di osservare le foglie o le gemme: sono ricoperte da una fine peluria (pubescenza) che si può facilmente apprezzare al tatto. In effetti la roverella si colloca in una posizione intermedia tra le sempreverdi mediterranee e le latifoglie a riposo invernale.
I frutti della roverella sono le tipiche ghiande della quercia, con una forma allungata e ovoidale, circondata per metà dalla tipica cupola di squame. I frutti della roverella hanno un sapore dolce e, se è ben diffuso il loro utilizzo per nutrire i maiali, in passato, in momenti di carenza di cibo, queste ghiande sono state spesso usate per ottenere la farina e da queste un particolare tipo di pane.
Come accade per tanti altri tipi di querce, anche la roverella vanta l'estrema longevità come una delle sue caratteristiche particolari: non è difficile, infatti, imbattersi in esemplari che hanno superato i 500 anni.
Curiosità: se attualmente il legno della roverella è utilizzato in particolare come combustibile, in passato era imponente il suo uso finalizzato alla costruzione di traversine ferroviarie.
Per questo motivo, lo sviluppo delle vie ferroviarie nel nostro paese - specie all'inizio di due secoli fa - condusse a un ripetuto abbattimento di questo tipo di alberi e quindi a una significativa riduzione degli esemplari di roverella.
Un particolare pregio, tutt’altro che trascurabile, consiste nella scarsissima infiammabilità del legno: dopo un incendio, nella buona stagione successiva si constata che gli unici indizi del passaggio del fuoco sono dati da un annerimento della corteccia alla base del tronco e dalla presenza di fogliame disseccato nella porzione inferiore della chioma (destinato ben presto a scomparire).