Salamandra

Anfibio dell’ordine degli urodeli, la salamandra è parte integrante della famiglia Salamandridae: è nota per il corpo umido, con zampe corte e coda lunga. Dall’aspetto davvero singolare e curioso, è un animaletto piuttosto timido, ma con un’arma segreta nascosta nelle ghiandole della sua pelle, che risultano velenose per i suoi nemici.

La famiglia di questo singolare animale è costituito da sette specie differenti. La più diffusa e nota è la Salamandra salamandra, o salamandra pezzata, dal manto nero con macchie gialle allungate: può misurare anche 20 centimetri, caratteristica che riguarda particolarmente le femmine, in generale più lunghe e grosse dei maschi.

La pelle, liscia e lucente, è cosparsa di piccole ghiandole secernenti il muco che ricopre l'animale; il muco ha una funzione battericida (protegge la pelle dalle infezioni), riduce la disidratazione e ha un gusto repellente per gli eventuali predatori.

Le tinte vivaci della pelle segnalano appunto che la salamandra non è commestibile: queste colorazioni appariscenti sono dette "colorazioni di avvertimento" (funzione aposematica).

Presente in buona parte dell’Europa, conduce un’esistenza riservata e notturna. La salamandra pezzata è facilmente riconoscibile appunto per la sua colorazione nera con vistose macchie gialle.

La salamandra predilige zone umide con foreste, boschi con faggeti e castagneti, sempre in prossimità di corsi d’acqua (che deve risultare quasi del tutto pura o poco inquinata dove possa deporre le uova) così da assecondare la sua necessità di idratazione.

Durante il periodo degli amori il maschio si esibisce in un complesso rituale di corteggiamento, alla fine del quale lascia sul terreno una spermatofora, contenente gli spermatozoi, che viene raccolta dalla femmina tramite le labbra cloacali oppure, sempre il maschio, afferra la femmina dal sotto e deposita la spermatofora; si sposta poi di lato in modo che la femmina ci cada sopra.

Nella primavera successiva le femmine depongono larve in ruscelli, torrenti o altri corsi d'acqua ben ossigenati. Le larve possiedono branchie e quattro arti ben sviluppati. Le larve si differenziano da altre larve di urodeli per la presenza di macchie chiare alla base degli arti.

In alcune popolazioni montane di salamandra pezzata, le femmine sono ovovivipare e danno alla luce piccoli completamente sviluppati, ma non pronti alla vita terrestre se non dopo i primi 5/6 mesi.

Attiva solo in primavera ed estate, vanno in letargo durante i mesi autunnali e invernali.

Si muove prevalentemente di notte alla ricerca di cibo e, in particolare, si nutre di lombrichi, molluschi, insetti e miriapodi che cattura con la sua lunga lingua. Ama anche le giornate di pioggia e umide che offrono una buona idratazione e sono ottime per la riproduzione.

Di abitudini sedentarie, questi animali (soprattutto le femmine) rimangono assai fedeli ai loro rifugi; qui trovano riparo in gran numero, specie in inverno durante il periodo di latenza.

Contrariamente alle credenze popolari la Salamandra è assolutamente innocua per l'uomo; l'unica precauzione da prendere è quella di non toccarsi gli occhi nel caso in cui si dovesse prendere in mano (cosa da evitare a mani nude e asciutte e solo in casi di necessità), in quanto il muco potrebbe causare irritazioni.

La sottospecie Salamandra salamandra gigliolii, diffusa esclusivamente sugli Appennini del centro-sud è più piccola e più gialla, avendo una maggiore estensione delle macchie gialle rispetto allo sfondo nero.

Curiosità- Mitologia: Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis riferisce la credenza che la salamandra avesse il potere di spegnere il fuoco: non perché avesse in sé capacità contrarie al fuoco, ma perché era della sua stessa natura e perciò capace di dominarlo.

La credenza nella salamandra come spirito elementare del fuoco si trova anche presso gli Arabi e nell'Europa medievale. In questa concezione la salamandra partecipa alla mitologia del fuoco: è di origine divina e proviene dal cielo.

La sua virtù si esprime da un lato come energia utile e benefica e dall'altro come forza distruttiva e quindi negativa. Considerata anche nel medio evo un essere demoniaco in grado di spegnere il fuoco.


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