Il moscardino (muscardinus avellanarius) è un roditore, il cugino più piccolo del Ghiro, appartenente alla famiglia Gliridae.
E’ detto anche nocciolino, per via delle dimensioni al quanto ridotte. Ha corpo misura in media dai 6 agli 8 centimetri (misure che raddoppiano se consideriamo anche la coda) e pesa non più di 15 grammi che diventano 30 gr nel periodo immediatamente precedente al letargo a causa delle riserve di grasso corporeo che incamera.
Il pelo è di un colore che varia dal fulvo al marrone, mentre la pancia è color crema. Possiede una testa piccola e tozza, le orecchie tonde, occhi molto grandi, naso sporgente e baffetti dritti. Fondamentali invece le dita lunghe e robuste che gli permettono di arrampicarsi nei posti più improbabili, mentre le zampe anteriori sono più corte delle posteriori.
E’ possibile avvistarlo sia in pianura che in montagna fino a 1.500 metri di altitudine, ma predilige i boschi, i roveti ed i noccioleti. È un eccellente arrampicatore grazie alle sue dita forti e robuste che gli permettono una resistente scalata. Infatti spesso scegli di vivere in piccoli gruppi sugli alberi e tra i cespugli dove costruisce dei nidi rotondi con foglie e muschio.
Il dimorfismo sessuale è poco evidente, lo si evince dal fatto che il maschio è più grosso della femmina. Il moscardino ha abitudini prevalentemente arboricole e notturne che lo rendono infatti quasi invisibile: di notte esce dal nido e grazie alle lunghe dita prensili, si sposta tra i rami degli alberi e dei cespugli in cerca di cibo, quasi mai toccando il suolo.
Prima dell’alba si ritira nuovamente nel nido, dove rimane a dormire per tutta la durata del giorno.
Durante l'inverno il moscardino mangia un'enorme quantità di cibo in modo da accumulare una riserva di grasso sotto la pelle e si scava, infine, un rifugio sotterraneo, dove si rannicchia a mo' di sfera in modo da conservare più calore possibile. Quando la temperatura esterna scende, il moscardino diminuisce il proprio ritmo cardiaco e respiratorio, diminuendo, così, anche la temperatura corporea.
Per tutta la durata della stagione fredda si limita a dormire, riducendo via via il metabolismo fino ad avere un consumo energetico quasi nullo, quando poi si risveglierà in primavera troverà la fioritura in atto per potersi alimentare.
Il moscardino si dedica al pasto nelle ore notturne, quando si ciba di frutta (soprattutto di nocciole e proprio da qui deriva il nome della specie, avellanarius, dove avellana significa appunto "nocciola"), bacche, ghiande e gemme, ma può mangiare anche piccoli insetti. Le nocciole sono il cibo preferito dei moscardini.
Proprio in base a queste sue abitudini alimentari, è possibile dedurre come per sopravvivere abbia bisogno di un ambiente che presenti un’elevata diversità vegetale, in grado quindi di offrire fiori e frutti in modo continuo nel tempo.
La riproduzione avviene d'estate, quando la femmina partorisce dai tre ai sette piccoli che nascono nudi e ciechi.
Il moscardino è una specie protetta ed essendo molto sensibile alla qualità dell’habitat in cui vive, è considerato un efficace indicatore ambientale.